Germinare Tumulto: Introduzione all'ecofemminismo

Incontro con Silvia Mastrangelo a cura del gruppo di ecofemminismo dell'associazione Ecomunera. Silvia Mastrangelo è studiosa e attivista transfemminista. Ha studiato Informazione, Editoria e Giornalismo presso Roma Tre. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto su ecofemminismo ed ecologia queer, argomenti su cui ha basato la sua tesi. 

L’ecofemminismo è una corrente di pensiero e un movimento sociale che nasce in Occidente all’inizio degli anni ‘70, anni in cui emerge anche con una certa forza e presenza il movimento ecologista. In cosa consiste il movimento ecofemminista? Cosa sostiene? La convinzione che esistono radici comuni tra la subordinazione della terra e della natura e la subordinazione delle donne all’interno della società capitalista e patriarcale. Radici comuni che spiegano la cultura del dominio e della violenza contro le donne e la natura. I disastri e le situazioni di emergenza ambientale, inoltre, pesano maggiormente sulla popolazione più povera o fragile, o su coloro che sono impegnati in attività di cura del prossimo, spesso donne.

L’ecofemminismo non vuole solo trasformare una parte della politica o dell’economia, sebbene ci siano proposte ecofemministe concrete per farlo, ma è una visione del mondo che comprende un cambio radicale di come ci intendiamo come essere viventi. Contrastando la logica tremendamente individualista della società occidentale, l’ecofemminismo mette al centro il soggetto come dipendente dalla natura e dai suoi limiti (ecodipendente) e incarnato in un corpo vulnerabile, che non può esistere se non insieme ad altri (interdipendente). L’ecofemminismo rappresenta un cambio radicale delle relazioni che stabiliamo con ciò che abbiamo intorno, una chiamata per cambiare direzione, per ritessere il legame indissolubile che c’è con la terra e tra le persone.

Il mondo dopo di noi: Distopia, Apocalisse, Ecologia

8 Aprile 2024 - incontro online con Elisabetta di Minico.

Continuano gli incontri Online di Ecomunera. 

Questa volta parliamo con Elisabetta di Minico di distopia, ecologia e società.

Cosa ci insegna la distopia? 

Che relazioni ci sono tra il nostro mondo e i mondi di finzione?

Parleremo della descrizione del "luogo cattivo" nella finzione e nella realtà, analizzando tematiche sociali, politiche e ambientali, utilizzando la fantasia come mezzo di critica sociale. 

Elisabetta Di Minico è ricercatrice post-dottorato UNA4CAREER con un progetto sull'"Inimicizia dell'alterità". I suoi studi si concentrano sul rapporto tra fiction e storia. Si occupa principalmente di distopia, controllo, alterità e violenza (razziale e di genere). Utilizza romanzi, fumetti, film e serie televisive per analizzare in modo provocatorio i veri "luoghi cattivi" della società contemporanea a livello storico e sociologico. Dottore di ricerca con lode in Storia contemporanea presso l'Università di Barcellona, insegna Storia del fumetto presso la IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano e fa parte del gruppo di ricerca HISTOPIA (Universidad Autónoma de Madrid).

Cos'è una  Comunità Energetica Rinnovabile?

Come può cambiare l'approccio all'energia dei cittadini?

Qual è lo scenario in Irpinia e come sta evolvendo?

Quali sono le potenzialità e le criticità nelle aree interne? 

Come possono aiutare a combattere la povertà energetica?

Proviamo a rispondere a queste domande insieme ad Emmanuele Petruzziello di Koala.

Koala è una start-up che si occupa di sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili CER e piattaforme di energy sharing. Sta seguendo diversi progetti di CER in Irpinia e nel Sannio e la Green Community "Irpinia"