Ecofemminismo

Cosa pensiamo...

Condividiamo l’ecofemminismo come categoria di analisi e come movimento sociale, punto di incontro tra ecologismo e femminismo, nel comune riconoscimento della dipendenza della vita umana dalla natura e dal lavoro di cura storicamente assegnato alle donne.

L’ecofemminismo cerca di orientare la politica e l’economia riconducendola a ciò che ci costituisce come esseri umani. Il movimento ecofemminista, infatti, ha trovato un’origine comune a ogni rapporto di dominio e di subordinazione, come genere, razza e specie ed è attento alle connessioni tra tutte le forme di vita.

Il punto di partenza è il riconoscimento che, come esseri umani, siamo radicalmente ecodipendenti, dipendiamo dalla natura, e questa natura ha dei limiti e questi limiti in questo momento sono completamente superati. Alcuni degli esempi di superamento di questi limiti sono il cambiamento climatico, la fine del petrolio, e la riduzione della biodiversità, questi sono problemi ecologici che compromettono il funzionamento dell’economia.

L'ecofemminismo critica il modello capitalista dominante declinato secondo parametri della crescita economica illimitata e di un altrettanto illimitato accumulo. Un modello capitalista e patriarcale impostosi con una guerra ai corpi e ai territori, vulnerabili e finiti. 

Quindi un primo elemento che coincide con la proposta ecologista è la necessità di articolare economie centrate su ciò che realmente la terra può produrre, quali siano quindi le produzioni di cui abbiamo bisogno e i lavori socialmente necessari.

Un secondo punto è che siamo anche esseri interdipendenti, i nostri corpi sono vulnerabili, sono finiti, e devono essere curati tutta la vita e specificamente in alcune parti del nostro ciclo vitale. Chi si è occupato storicamente di fare ciò sono le donne, non perché siano geneticamente meglio dotate per farlo ma perché il patriarcato assegna in forma non libera l’obbligo di occuparsi della cura dei corpi principalmente alle donne. Quindi riguardo all’aspetto dell’interdipendenza ciò che l’ecofemminismo propone è la necessità di valorizzare e di rendere visibile il lavoro di cura ma soprattutto di condividerlo, opponendolo alla logica dello sfruttamento senza limiti.

Quello che sostengono le ecofemministe è che la cultura occidentale ha un peccato originale, cioè quello di aver costituito un modo di intendere la vita, di intendere gli esseri umani in cui teoricamente questa vita umana è sconnessa dalla terra, sconnessa dalla natura, dai limiti della natura e anche sconnessa dai corpi. Il soggetto patriarcale è il soggetto politico, il soggetto che definisce e articola la politica, che definisce le leggi ed è un soggetto totalmente disconnesso dalla natura, disconnesso dal corpo e deresponsabilizzato del corpo degli altri. Questa rottura, quetsa disconnessione, questo taglio radicale è quello che le ecofemministe definiscono il gran problema. Il fatto è che la nostra politica e la nostra economia sono basate su questo soggetto che non esiste, questo soggetto astratto che le ecofemministe identificano con il soggetto bianco, borghese, uomo e presumibilmente autonomo. Questo soggetto è il soggetto universale che ha definito le categorie della politica, di individuo, di produzione, di sviluppo.

La presa di coscienza di questa doppia dipendenza, ecodipendenza dalla natura ed interdipendenza da altri esseri umani, può essere propulsiva per una trasformazione del modello economico attuale. Per Yayo Herrero, attivista ecofemminista spagnola, la crisi in atto è molto di più di una crisi economica e di una crisi sociale: è una crisi di civiltà. Ed è l’ultima chiamata per cambiare direzione, per togliere dall’epicentro delle società il mercato e mettere al suo posto il benessere delle persone: ovvero la giustizia, l’equità sociale, la condivisione del lavoro, la redistribuzione delle ricchezze, la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Perché la decrescita non è ormai più un’opzione, è un dato!

L’ecofemminismo propone di ritessere il legame indissolubile che c’è con la terra e tra le persone, affinchè possa esistere la specie umana. L’ecofemminismo propone di guardare la nostra scienza e la nostra politica da una umiltà epistemica riconoscendo che il criterio di sviluppo, il criterio di economia, la nozione di sviluppo che abbiamo raggiunto sono posizioni razziste, patriarcali, assolutamente ingiuste perché disuguali e assolutamente ecocide. Questo modello di sviluppo basato su quanto più è meglio, sullo sviluppo senza limiti, senza però spiegare perché viene prodotto e a chi serve è un modello di sviluppo che sta togliendo la possibilità di vita nel presente e nel futuro.

Cosa facciamo...

Ci incontriamo periodicamente per approfondire, confrontarci e discutere. Per unirti al gruppo di lettura di ecofemminismo scrivici a info@ecomunera.org o contattaci alle nostre pagine social.

Incontro Online: Germinare Tumulto

4/03/2024
Incontro con Silvia Mastrangelo a cura del gruppo di ecofemminismo dell'associazione Ecomunera. Silvia Mastrangelo è studiosa e attivista transfemminista. Ha studiato Informazione, Editoria e Giornalismo presso Roma Tre. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto su ecofemminismo ed ecologia queer, argomenti su cui ha basato la sua tesi.